Il ritorno dei cervelli blu

24 Maggio 2021

#personedelmare

Quante volte abbiamo sentito parlare di cervelli in fuga?

Questa volta parliamo di cervelli che tornano a casa! Sì, perché le prospettive di ricerca aumentano anche in Italia, permettendo il rientro di tante menti brillanti impegnate nella salvaguardia marina.

Così, dopo anni in giro per l’Europa o in Arabia Saudita, in Cina, negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, in molti sono tornati a Roma, Catania, Genova, etc., per contribuire alla ricerca. 

Come Federica Ragazzola che, dopo anni alla Portsmouth University nel Regno Unito, è tornata in Italia grazie alla Stazione Zoologica di Ischia. La sua ricerca si basa sullo studio delle capacità di adattamento delle alghe ai cambiamenti climatici. Infatti, le alghe formano uno scheletro di carbonato di calcio e questo permette di usarle come un vero e proprio“ archivio ambientale” capace di tenere traccia dei cambiamenti climatici del passato. La Stazione Zoologica è stata la scelta perfetta per Federica perché, a poche centinaia di metri dalla sede di Ischia, ci sono i vent: siti subacquei con emissioni di anidride carbonica, il luogo ideale per studiare l’acidificazione degli oceani.

Poi c’è la storia di Francesco Caruso, che dalla Cina è rientrato nella sua Catania per ascoltare il rumore dei mari. Il cuore degli studi di Francesco è il monitoraggio acustico passivo (PAM): un metodo per valutare lo stato di diversi organismi marini ed ecosistemi. Le indagini PAM servono ad acquisire nuove informazioni sulla biodiversità, osservare l’effetto delle attività umane, registrare il degrado dell’habitat e molto altro.

Se vi state ancora chiedendo perché queste menti brillanti hanno deciso di tornare in Italia, la risposta non è certo la nostalgia di casa, ma la voglia di fare di ricerca per il futuro del Mediterraneo e di tutti i mari.

Non perderti gli aggiornamenti quotidiani, seguici su Instagram

@oceanwords

INTERAGISCI

Ti può anche interessare